Stop alla cessioni dei crediti
Da oggi stop a tutte le cessioni dei crediti, sono salvi solo gli interventi già avviati. Il Decreto-legge entrerà in vigore a partire da oggi, 17 febbraio 2023. Già operativo il blocco di tutte le cessioni di crediti e il divieto di acquisto delle Pubbliche amministrazioni.
Tre le linee sulle quali ha lavorato il Governo per correggere le norme sulle cessioni dei crediti.
Stop a tutte le cessioni di bonus
La prima norma del decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023, la più clamorosa, prevede lo stop di tutte le cessioni di bonus fiscali. Il Governo ha disattivato la norma quadro che regola le cessioni (l’articolo 121 del decreto Rilancio) anche se sono esclusi da questa novità gli interventi già avviati.
Divieto di acquisto dei crediti da parte di enti pubblici
La seconda linea di intervento blocca sul nascere le operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici, cosa che aveva fatto, ad esempio, la Regione Piemonte. La norma introduce un divieto secco per Comuni, Province e Regioni – e in genere tutti gli enti che rientrano nella Pubblica Amministrazione – di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione. Queste operazioni di acquisto, infatti, potrebbero essere contabilizzate come indebitamento, possibile solo in forme limitatissime.
Limitata la responsabilità dei fornitori
Il terzo intervento, infine, riprende la circolare n. 33/E di ottobre dell’agenzia delle Entrate, limitando la responsabilità del fornitore che ha applicato lo sconto in fattura e dei cessionari dei crediti. Viene escluso che questi soggetti abbiano avuto una condotta negligente quando abbiano acquisito titoli edilizi, notifica alla Asl, prove foto e video dell’esecuzione dei lavori, visure catastali, visti, asseverazioni. Questa esclusione riguarda anche i correntisti che comprano dalle banche.
Il Ministro Giorgetti afferma che il Governo ha «chiarito per legge i confini della responsabilità solidale da parte dei cessionari dei crediti» per «eliminare le incertezze, dubbi e riserve che hanno fatto sì che tanti intermediari, in particolare le banche evitassero da qualche mese di assorbire e quindi di scontare questi crediti». Ha poi aggiunto che «Traendo spunto dalla decisione adottata e comunicata in Parlamento da Eurostat abbiamo deciso di porre divieto alle amministrazioni locali e Regioni di procedere a questi sconti perché avrebbero impatto diretto sul debito pubblico», precisando che dal 17 febbraio «rimarranno tutte le forme di bonus però solo nella forma di detrazione di imposta».
Ma tutto il settore dell’edilizia accoglie con grande preoccupazione la decisione del governo. Se il Governo bloccherà per sempre la cessione di nuovi crediti senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso potrebbero esserci ripercussioni molto gravi per le imprese.
Le repliche di Ance e Confedilizia
Ance: “Così il governo affossa famiglie e imprese”
«Il Governo blocca per sempre la cessione di nuovi crediti da bonus senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso: vuol dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato», ha scritto la presidente dell’Ance Federica Brancaccio in un post su Facebook.
Confedilizia, “Perplessi sull’eliminazione della cessione del credito”
«La cessione del credito è nata nel 2016, ben prima dell’introduzione del superbonus, per favorire l’utilizzo delle detrazioni fiscali da parte delle famiglie meno abbienti. Negli anni successivi, il meccanismo è stato modificato in vari modi, discutibili come ogni cosa. Lascia quantomeno perplessi, se confermata, la scelta del Governo di eliminare del tutto questo sistema. Attendiamo fiduciosi le notizie e le spiegazioni che saranno fornite, ma buttare il bambino con l’acqua sporca non sarebbe la scelta più saggia». Lo afferma il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa.
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Approfondimenti:
Decreto CDM – Gazzetta Ufficiale