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Nuova direttiva europea per l’efficienza energetica

Negli ultimi tempi sui vari canali di informazione, italiani ed europei, sono apparse notizie allarmanti riguardo alla nuova direttiva europea per l’efficienza energetica, nello specifico, ai nuovi obblighi per i proprietari di case e sulla ristrutturazione obbligatoria dal 2027.

Ma è davvero così? Non proprio, vediamo perché.

 

LA RIDUZIONE DEI CONSUMI

La riduzione del consumo e dello spreco di energia riveste un’importanza crescente per l’UE. Nel 2007 i leader dell’Unione hanno fissato l’obiettivo di ridurre del 20% il consumo energetico annuale dell’UE entro il 2020. Nel 2018, nell’ambito del pacchetto «Energia pulita per tutti gli europei», è stato fissato un nuovo obiettivo inteso a ridurre il consumo di energia di almeno il 32,5% entro il 2030. Le misure di efficienza energetica sono sempre più riconosciute come uno strumento non soltanto per conseguire un approvvigionamento energetico sostenibile, ridurre le emissioni di gas a effetto serra, migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento e ridurre i costi delle importazioni, ma anche per promuovere la competitività dell’Unione. L’efficienza energetica costituisce pertanto una priorità strategica per l’Unione dell’energia, e l’UE promuove il principio «l’efficienza energetica al primo posto».

Fatta questa doverosa premessa, la nuova direttiva europea per l’efficienza energetica aumenta il livello di ambizione dell’obiettivo dell’UE e lo rende obbligatorio a livello comunitario. E propone un target specifico per il settore pubblico.

Per raggiungere la neutralità climatica l’Unione europea non dovrà solo “ripulire” la propria domanda energetica. Gli Stati membri hanno necessariamente bisogno di consumare meno e meglio. Ecco perché nel pacchetto Fit for 55 presentato dalla Commissione Europea, è stato inserito anche l’aggiornamento della Direttiva Efficienza Energetica (Energy Efficiency Directive – EED). La proposta alza l’impegno comunitario al 2030, e lo fa attraverso una serie di meccanismi noti e nuovi target.

 

GLI OBIETTIVI

Il passaggio iniziale riguarda l’obiettivo di risparmio energetico al 2030 e i progressi richiesti per raggiungerlo. La vecchia versione del provvedimento – quella attualmente in vigore – prevede che entro fine decennio l’Unione europea raggiunga collettivamente un target di risparmio del 32,5% sull’energia impiegata. Ma per garantire, per la stessa data, una riduzione delle emissioni climalteranti del 55%, Bruxelles ha alzato l’ambizione. L’EED propone di ridurre l’uso dell’energia comunitaria di almeno il 9% entro il 2030 rispetto allo scenario di riferimento del 2020. Ciò equivale ad un taglio, rispettivamente, del 39% sui consumi di energia primaria  e del 36% su quelli finali. I Ventisette contribuiranno al raggiungimento dell’obiettivo generale dell’UE attraverso contributi nazionali indicativi basati su parametri di una combinazione di criteri, che riflettono le circostanze di ciascun paese. Questi includono l’intensità energetica e il PIL pro capite.

 

EDIFICI ED INQUINAMENTO

Gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di CO2 in Europa e gli obiettivi del Green Deal non possono essere raggiunti con gli attuali tassi di riqualificazione del parco immobiliare. I numerosi incentivi e sussidi per gli interventi di efficientamento energetico (come il Superbonus 110%) sono strumenti importanti, ma non sembra siano sufficienti per centrare gli obiettivi programmati. Pertanto la Commissione Europea ha previsto efficientamenti obbligatori a cominciare proprio dagli edifici con le peggiori prestazioni energetiche, quelli in classe G. L’obiettivo primario è quello di sfruttare questo importante potenziale di decarbonizzazione e alla luce dell’attuale aumento dei prezzi dell’energia si punta a contrastare il rischio di povertà energetica per i ceti economicamente più deboli.

Il punto centrale della proposta prevede l’introduzione di “standard minimi di rendimento energetico” (MEPS) uniformi in tutta Europa e non solo per i nuovi edifici e le ristrutturazioni importanti. In futuro, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe F entro il 2030, gli edifici pubblici e non residenziali già entro il 2027. Un ulteriore salto alla classe E è poi previsto dopo altri tre anni. Tuttavia, poiché si vuole armonizzare anche le classi energetiche in tutta Europa, i criteri di classificazione non saranno gli stessi di oggi.

Inoltre, dal 2030 gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni. Ciò significa che la domanda di energia primaria negli edifici dovrà essere molto ridotta e coperta esclusivamente fonti rinnovabili.

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Per approfondimenti: Articolo 194 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE)