Il 2023 per molte imprese del comparto edile è iniziato nel peggiore dei modi: nulla è cambiato rispetto all’anno appena concluso e nessuna ripartenza in vista.
Se da un lato la Legge di bilancio riprende e amplia la portata dell’intervento del decreto Aiuti-Quater come da testo attualmente in vigore, d’altro canto la questione della cessione dei crediti non è ancora risolta, anzi è rimasta congelata e non se ne riesce a vedere la soluzione.
Difatti le novità sul Superbonus 110% (ne avevamo parlato in questo articolo) per i lavori condominiali sono state eliminate dall’aiuti quater, testo finale, e riprodotte con modifiche nella Legge di bilancio 2023.
Le novità
Per le cessioni del credito, invece, la prima mossa del Governo è stata quella di aumentare da due a tre i passaggi tra soggetti.
C’è però una condizione fondamentale: le tre cessioni del credito devono essere distribuite tra istituti qualificati quali intermediari, assicurazioni e banche, ma se il soggetto qualificato entrato in possesso del credito lo cede a imprese correntiste, ecco che si può arrivare a 5 passaggi in totale.
Aumentare il numero di cessioni possibili può aiutare ad ampliare il bacino ma, senza altre misure di supporto, non può essere la soluzione. Molti istituti di credito, infatti, spaventati da alcune sentenze della cassazione, hanno congelato i crediti e non danno alcuna possibilità di accesso. Nei cassetti fiscali di contribuenti, imprese, banche e intermediari ci sono 99,4 miliardi di euro di crediti relativi ai bonus edilizi, mentre quelli relativi al superbonus ammontano a 52,1 miliardi di euro.
Le proposte
C’è da dire che le associazioni ANCE e ABI hanno proposto al Governo un tavolo di confronto per risolvere la questione dei crediti incagliati. La proposta vuole utilizzare l’ammontare che viene utilizzato dai contribuenti per compensare in parte i crediti d’imposta. La proposta potrebbe essere risolutiva? Potrebbe, ma una misura strutturale di lunghissimo periodo sarebbe forse la soluzione migliore per la ripresa del sistema, così come proposto dalla presidente dell’ANCE Federica Brancaccio.
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