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La Direttiva Case Green

La Direttiva Case Green

Primo via libera del Parlamento europeo alla direttiva “Case Green”. Il 14 marzo, infatti, il parlamento europeo ha votato la Direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia (EPBD) e ha approvato il testo, anche se non è il passaggio definitivo per l’approvazione della norma perché manca ancora il cosiddetto trilogo (per “triloghi” s’intendono negoziati informali cui prendono parte alcuni rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione), la fase di negoziati tra istituzioni europee che porterà al testo definitivo.

Quello votato in Parlamento è un elemento centrale del pacchetto Fit for 55 perché potrebbe agire sensibilmente per contrastare la povertà energetica e la crisi climatica.

Una decisione che arriva poco dopo la precedente del 10 marzo sulla Direttiva dell’Efficienza energetica che stabilisce come obiettivo europeo il target dell’11,7% entro il 2030.

L’obiettivo di FIT for 55

Come sappiamo, Fit for 55 ha come obiettivo il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. L’obiettivo della direttiva è di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. Secondo la Commissione europea, gli edifici dell’UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione ha approvato una proposta legislativa di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%”. Con la nuova normativa europea sul clima del luglio 2021 entrambi gli obiettivi per il 2030 e il 2050 sono diventati vincolanti a livello europeo.

In Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali (sul totale di 12 milioni, secondo l’Istat).

Il testo dà indicazioni anche su edifici non residenziali, impianti solari, nuove costruzioni. Già a partire da gennaio del 2026 scatta l’obbligo di realizzare i cosiddetti Zeb (zero emission buildings) per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici. Negli altri casi la scadenza è il 2028.

Dal recepimento della direttiva gli impianti solari, ad esempio, diventeranno obbligatori in tutti i nuovi edifici pubblici e i nuovi edifici non residenziali. Entro il 31 dicembre 2026, l’obbligo scatterà su tutti gli edifici pubblici e sugli edifici non residenziali esistenti, fino ad arrivare al 31 dicembre 2032 quando l’obbligo scatterà per tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, come ad esempio le riqualificazioni energetiche.